TFR, trattamento di fine rapporto: tutto quello che serve sapere

8 Febbraio 2023

Il trattamento di fine rapporto è una quota di denaro erogata al dipendente al termine della relazione di lavoro. 

In questo articolo verrà chiarito cos’è il TFR, come viene calcolato e tassato, e cosa succede in casi specifici di necessità di anticipo, e in situazione di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. 

Trattamento di fine rapporto: cos’è e come si calcola 

Il trattamento di fine rapporto, spesso indicato con la sua sigla TFR, o con il termine “liquidazione”, è stato introdotto in Italia nel 1927. Si tratta di un’indennità proporzionata al periodo di servizio lavorativo svolto, che il datore di lavoro deve fornire al proprio dipendente al momento della cessazione del rapporto lavorativo.

Essendo una somma accumulata negli anni, il trattamento di fine rapporto non è presente nella Dichiarazione dei Redditi, ma è sottoposto ad una tassazione separata. 

Per quanto riguarda la contabilità, il TFR si calcola seguendo una semplice formula, vale a dire la divisione tra la retribuzione annuale lorda e il coefficiente 13,5. Si tratta di un valore convenzionale, utilizzato sia per i lavoratori che percepiscono tredici mensilità che quattordici. 

Dunque, un esempio pratico è: 30.000 (stipendio annuale lordo) : 13,5 = 2.222 €

2.222 € corrisponde esattamente alla parte di liquidazione che spetta al lavoratore così retribuito, in un anno lavorativo. Da questa cifra deve essere poi sottratta una ritenuta per l’Inps, pari a 0,5%, calcolata sull’imponibile contributivo. Questa quota va a costituire il Fondo di Garanzia dell’INPS, previso dalla legge italiana per tutelare i lavoratori, e assicurare loro la liquidazione anche in caso di fallimento dell’azienda.

Il TFR subisce rivalutazioni ogni anno per legge. La rivalutazione è pari all’ 1,5% più il 75% dell’inflazione rilevata dall’ISTAT per l’anno in questione. Il tasso di inflazione viene ufficializzato da un decreto del Presidente del Consiglio durante il mese di ottobre. 

Il trattamento di fine rapporto non può essere erogato mensilmente, ma vi è la possibilità di chiedere un anticipo. Vediamo come.

TFR anticipato: come fare per ottenerlo

Per i lavoratori del settore privato vi è la possibilità di chiedere l’anticipo del TFR, prima della chiusura di un rapporto lavorativo. Vi sono, tuttavia, delle regole dettate da vari articoli legislativi:

  1. il dipendente deve lavorare in azienda almeno da 8 anni, senza alcuna possibilità di deroga
  1. la somma totale che può essere anticipata non è totale, bensì pari al 70% di quella maturata
  1. non è possibile chiedere l’anticipo della quota senza motivazione. Le ragioni devono essere importanti e ben comprovate, come spese medico sanitarie, acquisto di una casa di proprietà o ristrutturazione necessaria della propria abitazione, spese legate al congedo parentale o alla partecipazione ad attività formative per il lavoratore.

Il dipendente del settore privato che vorrà ottenere la propria quota, dovrà rivolgersi direttamente al proprio datore di lavoro che gli chiederà tutta la documentazione necessaria per verificare gli effettivi motivi per cui viene fatta richiesta. 

Il datore di lavoro potrà scegliere di accettarla o meno, e sottoscriverà la sua decisione attraverso una dichiarazione scritta. 

Cosa succede invece nei casi in cui il dipendente non può lavorare?

TFR e cassa integrazione: come funziona

La Cassa Integrazione è un ammortizzatore sociale pari all’80% dello stipendio, che il lavoratore riceve nei casi in cui l’azienda è costretta o sospendere o ridurre l’attività lavorativa del proprio dipendente, per varie ragioni, come una crisi aziendale, o la crisi sanitaria che ci ha colpito negli ultimi anni a causa dell’epidemia Covid-19.

La domanda più frequente in questi casi riguarda la maturazione del TFR. È bene sapere che nel caso di un periodo in cassa integrazione, la quota relativa al trattamento di fine rapporto continua ad essere maturata regolarmente dal dipendente, come in caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro. 

Il datore di lavoro, dunque, dovrà continuare ad accantonare la cifra TFR di ogni dipendente, anche nei periodi di fruizione degli ammortizzatori sociali.
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