Chi è il mobility manager e perché è importante per la gestione degli spostamenti casa-lavoro
12 Maggio 2021
Il decreto rilancio, nell’ambito delle misure volte ad incentivare la mobilità sostenibile, ha valorizzato la figura del mobility manager, che assume un ruolo rilevante nella gestione della mobilità dei lavoratori dipendenti grazie all’adozione di un piano spostamenti casa-lavoro.
Piano degli spostamenti e nomina del mobility manager: le novità del decreto Rilancio 2021
L’articolo 229 del D.L. n. 34/2021 (cosiddetto decreto Rilancio), ha previsto che le imprese e le pubbliche amministrazioni con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti sono tenute ad adottare un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente, entro il 31 dicembre di ogni anno, finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale.
A tal fine, le aziende interessate al nuovo adempimento devono nominare un Mobility Manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile.
Il Mobility Manager promuove, anche collaborando all’adozione del piano di mobilità sostenibile, la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, tramite l’attuazione di interventi di mobilità sostenibile.
Le modalità attuative delle nuove disposizioni saranno definite da decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Mobility Manager: chi è e cosa fa?
Il mobility manager è il responsabile della gestione e della pianificazione della mobilità aziendale tramite l’adozione del piano di mobilità sostenibile.
La figura del Mobility Manager non è nuova al nostro ordinamento. Già il D.M. 27 marzo 1998 aveva infatti previsto l’obbligo per le imprese e gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con complessivamente più di 800 addetti ubicate in comuni individuati in modo specifico in base al rischio di inquinamento atmosferico, di adottare il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente, individuando a tal fine un responsabile della mobilità aziendale (cosiddetto Mobility Manager). Il piano doveva essere finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico e doveva essere trasmesso al comune entro il 31 dicembre di ogni anno.
Obiettivo della disposizione, introdotta in fase di avvio delle prime iniziative attuative delle linee di intervento finalizzate al conseguimento degli impegni assunti nella conferenza di Kyoto, era quello di favorire la mobilità sostenibile.
Chiaramente, il D.L. Sostegni si pone sulla stessa linea del precedente provvedimento, quantomeno dal punto di vista degli obiettivi perseguiti nel valorizzare il ruolo del Mobility Manager, che rimangono quelli di gestire la mobilità dei dipendenti e trovare possibili soluzioni per ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro, al fine di avviare la tanto attesa e necessaria transizione green.
Mobility Manager, gestione dello smart working e degli spostamenti casa ufficio
Lo smart working, introdotto nel nostro ordinamento dal 2017, ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel contesto pandemico in cui ci troviamo. Infatti, la necessità di far convivere le esigenze di continuare le attività produttive e il distanziamento sociale come forma di prevenzione dei contagi, ha fatto sì che in molte realtà produttive, soprattutto nel settore terziario e dei servizi, i datori di lavoro abbiamo fatto ricorso in modo pressoché generalizzato al lavoro agile, dando a tutti i dipendenti l’opportunità di lavorare dal proprio domicilio. Lo stesso legislatore, consapevole della necessità dello strumento, ha facilitato il ricorso al telelavoro, riducendo transitoriamente gli adempimenti burocratici previsti ordinariamente per avviare il lavoro agile.
Tra i fattori positivi dello smart working si può indubbiamente annoverare, in termini sociali, il miglioramento delle condizioni territoriali, ambientali e di mobilità. Più persone hanno la possibilità di lavorare in modalità di telelavoro e meno sono gli spostamenti, anche con i mezzi privati che, spesso, continuano ad essere preferiti a quelli pubblici.
L’auspicato ritorno alla normalità, o comunque un miglioramento del contesto sanitario che consentirà di tornare in modo più sereno al lavoro in presenza, rappresenta un’occasione importante per le aziende per affrontare la sfida rappresentata dall’esigenza di cambiare la mobilità delle persone.
In tal senso, il ricorso allo smart working, seppure regolamentato in modo diverso da quello dell’ultimo anno, rappresenta uno degli strumenti chiave su cui il Mobility Manager potrà far leva.
Come gestire la capienza dell’ufficio aziendale?
Un altro aspetto emerso con la pandemia è legato al miglior utilizzo degli spazi aziendali. L’esigenza di evitare assembramenti ha portato a ricorrere al lavoro agile, come abbiamo visto precedentemente. Molte aziende, inoltre, stanno rivedendo la politica di gestione degli spazi anche in una prospettiva di ritorno alla normalità, prevedendo la presenza non contemporanea di tutti i lavoratori, che si alterneranno tra lavoro in presenza e telelavoro.
Anche con riferimento alla gestione di questi aspetti diventa rilevante la competenza del Mobility Manager. Ad esempio, infatti, con l’obiettivo di ridurre l’uso dell’auto privata da parte dei dipendenti, potrà organizzare le presenze in sede in modo tale da favorire il car pooling, il car sharing, il trasporto a chiamata, o le navette, cercando di far convivere le diverse esigenze dei lavoratori.
Potrà essere utile organizzare il lavoro tenendo presente anche il luogo di residenza dei lavoratori e favorendo la compresenza in sede di quelli che arrivano dagli stessi comuni o da zone vicine, cosicché possano viaggiare con un unico mezzo.
Gestione delle presenze dei lavoratori in sede
Per quanto abbiamo visto sinora, la gestione della presenze dei lavoratori in sede diventa sempre più rilevante. La cultura green che sta finalmente prendendo sempre più piede anche nel settore delle risorse umane, richiede sistemi e procedure in grado di garantire al meglio l’organizzazione dei lavoratori e della loro presenza, anche alla luce delle nuove esigenze connesse alla transizione ecologica.
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