Donne e lavoro: com’è cambiata la situazione negli anni

8 Febbraio 2023

La partecipazione femminile al mondo del lavoro ha conosciuto negli anni un’importante evoluzione. Qual è la situazione attuale?

In questo articolo parleremo dei principali eventi socio culturali che hanno consentito alle donne di accedere al mondo del lavoro. Sarà valutata inoltre, la situazione attuale, prestando attenzione alle iniziative dell’Italia e dell’Unione Europea. 

Donne e lavoro nel XIX e XX secolo

In Italia, il mondo del lavoro femminile, ha subito un’importante evoluzione tra il XIX e il XX secolo. Prima di questo periodo, era molto accentuata la divisione dei ruoli in base alla distinzione di genere. Gli uomini, quindi, ricoprivano ruoli economici e produttivi in società, mentre le donne erano rilegate nella sfera domestica, per occuparsi della cura della casa e della famiglia.

Grazie ad alcuni eventi sociali, è avvenuta una vera e propria trasformazione socioculturale, che ha consentito alle donne l’accesso al mondo del lavoro. Vediamo insieme la loro cronologia:

  1. Industrializzazione e urbanesimo

Nel XIX secolo, il fenomeno dell’industrializzazione, con il conseguente abbandono delle campagne e l’inurbamento, ha permesso alle donne di diventare una forza lavoro. Le industrie, infatti, in particolare quelle tessile, avevano bisogno di personale; le donne invece, dovevano contribuire al sostentamento della famiglia

  1. Le guerre mondiali

Durante le guerre mondiali del XX secolo, le donne, hanno sperimentato un lungo distaccamento dalle figure maschili, e per questo motivo sono state maggiormente spinte ad assumere un ruolo preponderante nel nucleo familiare rimasto, e a muovere i primi passi verso la propria emancipazione. 

Importanti riconoscimenti avvengono nel secondo dopoguerra. Il 2 giugno 1946 le donne ottengono il diritto al voto, e il 1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, alcuni principi fondamentali riguardanti la parità di diritti tra uomo e donna, vengono finalmente sanciti.

  1. I moti femministi

I movimenti di ideologia femminista hanno notevolmente contribuito all’evoluzione della concezione delle donne in società. La prima ondata femminista trova le sue radici nell’Ottocento, quando si lottava per una riforma politica e legislativa. In Italia, a partire dal ’68 insorgono movimenti rivoluzionari per il superamento del patriarcato, l’affermazione dell’identità femminile, e per il raggiungimento dei pari diritti.

I risultati arrivano già negli anni Settanta. Fondamentale è la Legge n. 903 del 9 dicembre 1977, che stabilisce la parità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Inizia per le donne una crescente indipendenza economica, giuridica, civile. 

Qual è invece la situazione attuale? 

Donne e lavoro: la situazione in Italia oggi

Grazie ai mutamenti e ai progressi degli anni precedenti, la pari opportunità lavorativa fra donne e uomini è diventata un principio fondamentale del diritto comunitario, ed è vietato fare discriminazioni legate al genere sul posto di lavoro.

Restano, tuttavia, alcune problematiche, come:

  • la imparità di retribuzione;
  • un difficile equilibrio tra vita professionale e vita privata;
  • scarsa partecipazione femminile in cariche aziendali manageriali.

Come riporta Il Sole 24 ore, il lavoro femminile cresce ancora troppo poco. I dati diffusi dall’Istat e dalla Fondazione Moressa, affermano che su dieci lavoratori le donne sono solamente quattro. 

Seguendo le indicazioni dell’Unione Europea, tra i cui obiettivi dell’Agenda ONU 2030, vi è il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, in Italia si sta ponendo particolare attenzione alla ricerca di una misura risolutiva.

La legge 162/2021 ha introdotto la certificazione della parità di genere, uno strumento che permette alle imprese che promuovono il lavoro femminile di avere dei vantaggi fiscali. La concessione della certificazione è determinata da precisi parametri come:

  • l’adozione di misure che favoriscono le pari opportunità nell’accesso al lavoro;
  • la parità reddituale;
  • il pari accesso alle opportunità di carriera e formazione;
  • piena attuazione del congedo di paternità, in linea con le leggi europee.

Oltre a ciò, vi è da dire che l’Italia si è posta l’obiettivo, insieme all’Europa tutta, di valorizzare ogni individuo nella sua diversità, entro il 2025, prestando particolare attenzione alla libertà, all’uguaglianza e alle pari opportunità di realizzazione personale. 

Tutti, donne comprese, sono pronti ad abbracciare il cambiamento! 

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