Costi aziendali: quali sono e come gestirli

I costi aziendali sono spese che ogni azienda sostiene per la produzione. Conoscerli e contenerli aiuta a migliorare il proprio business. Vediamo come.

In questo articolo parleremo del significato e delle varie tipologie di coste aziendali, e infine ti verrà fornito un importante consiglio per gestirli al meglio.

Costi aziendali: cosa sono e perché analizzarli 

Tra le principali strategie per la redditività di un’impresa e lo sviluppo del suo business, vi è da considerare la gestione ed il controllo dei costi aziendali.

Ogni realtà lavorativa, infatti, conosce entrate ed uscite, e per costi aziendali si intende proprio l’insieme di spese derivanti dallo svolgimento delle attività, dalla produzione del bene o del servizio offerto.

In questo senso, il costo può essere visto in un’ottica negativa, come elemento che provoca la diminuzione del profitto dell’azienda. Tuttavia, questa visione può essere controproducente per l’azienda stessa. Spesso i costi sono necessari proprio a migliorare la qualità della produttività aziendale, garantendo all’impresa maggiore successo.

Tale consapevolezza emerge anche quando si conosce la struttura dei costi aziendali, e si mettono in atto delle strategie per ridurli al meglio! Partiamo quindi con l’analisi e la definizione delle tipologie di costo.

Costi aziendali: tutte le tipologie

I costi aziendali non possono mai essere classificati in modo univoco ed universale per ogni azienda. Ogni modello di business ha le sue attività e le sue spese.

Generalmente però possiamo dividere i costi in due gruppi, secondo una classificazione di tipo finanziario, ed una di tipo produttivo.

Dal punto di vista finanziario i costi si dividono in:

• costi fissi: si tratta di costi che non variano al variare del volume di produzione, o del numero dei clienti. Sono costi che rimangono costanti nel tempo, e non possono essere modificati nel breve periodo. 

Esempi di costi fissi sono: costi per affitto dell’ufficio, tasse e bollette, costi di gestione, amministrazione o di marketing.

• costi variabili: si tratta di costi che mutano in funzione della produzione e della vendita. Sono costi che possono essere modificati nel breve periodo, con lo scopo di aumentare oppure ridurre la quantità della produzione. 

Esempi di costi variabili sono: costi del personale, quando vi è necessità di dare bonus, aumenti, promozioni o di assumere nuove risorse; i costi delle materie prime che possono sempre variare per ragione storiche o sociali, pensiamo ad esempio alla variazione del costo dell’energia; e alcuni costi di distribuzione.

Tale distinzione non è mai statica. In effetti i costi fissi possono diventare variabili, e viceversa, a seconda delle necessità dell’impresa.

Dal punto di vista produttivo, invece, i costi si dividono in:

• costi diretti: riguardano i costi necessari alla produzione di beni o servizi. Sono costi che attengono direttamente al prodotto. Ad esempio, il costo delle risorse se impegnate nella produzione, il costo dei materiali, il costo per la formazione del personale e l’acquisizione di competenze volte a migliorare l’efficienza.

• costi indiretti: riguardano i costi che non hanno un legame immediato con la produzione, ma hanno un riferimento più generico. Sono tutte le spese sostenute per aumentare il numero di progetti e la redditività, come le spese di gestione, vendita e commercio dei prodotti.

Infine, per comprendere al meglio cosa sono i costi aziendali, bisogna differenziarli dagli investimenti! 

Costo e investimento: qual è la differenza? 

Costi e investimenti aziendali possono essere percepiti come sinonimi, ma non è proprio così. 

Un costo è qualsiasi bene, servizio, o persona che ha un’utilità finita nel tempo. 

Un investimento è qualsiasi bene, servizio o persona che ha un’utilità ripetuta nel tempo.

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