Negli ultimi anni, il mercato del lavoro italiano ha visto un aumento dell’occupazione femminile, segnale positivo di un cambiamento in atto. Tuttavia, le disparità di genere restano evidenti, con sfide ancora aperte per garantire pari opportunità e una piena integrazione delle donne nel mondo del lavoro.
Occupazione femminile in Italia: crescita, sfide e soluzioni per un futuro più equo
Secondo i dati dell’INPS riferiti al 2023, il tasso di occupazione femminile si è attestato al 52,5%, mentre quello maschile al 70,4%, evidenziando un divario di 17,9 punti percentuali.
Nonostante questo trend positivo, l’Italia continua a registrare uno dei gap occupazionali di genere più alti in Europa, con una percentuale di donne attive nel mercato del lavoro inferiore alla media UE, che si attesta intorno al 65%. Questa disparità è influenzata da diversi fattori, tra cui la mancanza di adeguate politiche di conciliazione tra vita lavorativa e familiare.
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Il soffitto di cristallo: perché le donne faticano a raggiungere ruoli di leadership?
Uno degli ostacoli più difficili da superare per le donne nel mondo del lavoro è il cosiddetto “soffitto di cristallo”, un insieme di barriere invisibili che limitano l’accesso ai ruoli di leadership.
In Italia, solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri sono donne, evidenziando una sottorappresentazione femminile nei ruoli decisionali.
Nonostante l’introduzione di normative sulla parità di genere nelle posizioni apicali – come la legge Golfo-Mosca, che ha aumentato la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società quotate – la strada verso una leadership equamente distribuita è ancora lunga.
Gender pay gap: perché le donne guadagnano meno degli uomini?
Un altro nodo cruciale è il gender pay gap. In Italia, le donne guadagnano in media circa il 20% in meno rispetto agli uomini.
Questo fenomeno è spesso legato a:
- Maggiore diffusione del part-time involontario tra le lavoratrici
- Minore presenza femminile nelle posizioni ad alto reddito
- Difficoltà di accesso ai percorsi di carriera che portano a stipendi più alti
Il divario salariale non è solo una questione di equità, ma ha anche un impatto diretto sul potere d’acquisto e sulla sicurezza economica delle donne nel lungo termine, incidendo sulle pensioni e sulla stabilità finanziaria.
Politiche aziendali e strumenti per un cambiamento concreto
Per favorire una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, è essenziale investire in politiche attive che facilitino la conciliazione tra carriera e vita privata.
Ecco alcune soluzioni efficaci:
- Maggiori investimenti nei servizi di supporto alla genitorialità, come asili nido accessibili e flessibili, per ridurre il carico di cura che spesso ricade sulle donne
- Promozione dello smart working e della flessibilità lavorativa, per garantire una migliore gestione del tempo e incentivare la partecipazione delle donne al mondo del lavoro senza penalizzazioni di carriera
- Misure per la trasparenza salariale, come l’obbligo per le aziende di pubblicare i dati sulle retribuzioni in base al genere, per contrastare il divario retributivo
- Formazione e accesso alle professioni STEM, vale a dire discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna, dove le donne sono ancora sotto-rappresentate. Incentivare le carriere nelle scienze, nella tecnologia e nell’ingegneria può offrire nuove opportunità e ridurre la segregazione occupazionale
Migliorare la comunicazione interna aziendale per un ambiente di lavoro più equo
Sebbene i problemi legati al lavoro femminile siano fortemente condizionati da fattori principalmente culturali, le aziende possono adottare politiche precise di Diversità e inclusione che possano in qualche modo sensibilizzare e attenuare il divario. Ad esempio una comunicazione interna chiara ed efficace è fondamentale per favorire l’inclusione e la crescita professionale delle donne in azienda. Definire e diffondere in modo trasparente le politiche di welfare aziendale, i percorsi di carriera e le opportunità di formazione consente alle lavoratrici di accedere a strumenti e risorse che possono aiutarle nel loro sviluppo professionale.
Strumenti digitali come i software per la gestione del personale come Fluida possono facilitare la trasparenza nelle comunicazioni aziendali, contribuendo a creare ambienti di lavoro più equi e inclusivi. Una gestione chiara e accessibile delle informazioni riduce le asimmetrie di conoscenza.
Lavoro e donne, una crescita ancora troppo lenta
Chiudiamo l’articolo con una considerazione, secondo l’ANSA, al ritmo attuale in Italia ci vorranno ancora 29 anni per raggiungere la parità di occupazione tra uomini e donne.
Per accelerare il cambiamento, è fondamentale adottare misure strutturali che eliminino gli ostacoli alla crescita professionale delle donne e garantiscano condizioni lavorative più eque. Solo con un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle aziende e della società sarà possibile costruire un futuro più inclusivo e paritario.